18 luglio 2008

Trattosamente


Dobbiamo considerare la parte che non vediamo come complementare a quello che osserviamo. Questo ci mette in condizione di essere nell'unità, che è anche la completezza, l'armonia, il tutto di quello che potremmo aspirare in qualità di esistenza.



Però a volte penso che anche se non vedo le cose che osservo, magari le sento. Come il profumo di chi è appena uscito dalla stanza e c'è chi mi dice che non è stato là, per dividermi in tratteggi come quelle linee che facevo sotto le mie cornicette per dare apertura al colore e spazio all'immaginazione. Senza sapere che nei sospetti a volte si nasconde quell'intelligenza attiva che ti fa muovere nella promozione percettiva di quello che sei stato anche quando correvi a piedi scalzi in mezzo ai deserti per fuggire ai predoni, tra le vergini foreste a seguire tracce feroci per liberarti da iniziazioni non scelte ma effettivamente praticate.

E vivendo lo sai. Che chi è appena uscito dalla stanza, non ti ha trovato.
Però ti cercava, ora lo sai.

Scalza

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