29 gennaio 2010

Spot




Travisare a volte è meglio che capire.
Soprattutto quando ti hanno detto una cosa bruttina e tu, per quella forma di ottimismo che sostiene il buon umore, hai capito che era bella.
Cioè, la travisatura, se capita, spiega molto di un essere umano. Tuttavia denota una scarsa capacità di comprensione del Reale.
Certe volte, in ogni caso, la travisatura è indispensabile.

Scalza

28 gennaio 2010

Ensamblè

Probabili attaccamenti mentali

I sondaggi sono importanti quando vuoi capire una cosa che non hai capito perchè fondamentalmente non vuoi capire.
Si tratta di un conflitto, poi se dormi poco e non sei abituato a dormire poco, i conflitti diventano rumori nel cervello che ti infastidiscono. Per evitare righellate che non ho la forza, sono stanca, ho deciso quindi di zittire il ticchettio della tastiera di R. mettendogli davanti una pila di documenti da smistare, pinzare per gruppi omogenei, spuntare da report elencativo e archiviare in faldoni azzurrevoli, come quel principe che vorrei avere qui per spaccargli la faccia.
Ne avrei ragione, sarei anche sostenuta, se facessi un sondaggio confermerei questa mia idea.
E mi approverebbero maschi&femmine.
Però il mio sondaggio di oggi sarebbe differente, in fondo che mi frega di menare il principe azzurro, neppure lo conosco, non so chi è, non posso farlo.
Mi piacerebbe capire altro, cioè se assomiglio a una persona perchè ieri F. ha detto che ci somiglio ma io ho pensato nun me somiglia pe' niente! però ho fatto buon viso a cattivo gioco, perchè farsi vedere nel pensiero è una roba impegnativa, ci va tempo, spazio, luoghi, altro.
Solo che per fare questo sondaggio dovrei bloccare il flusso lavorativo e non mi pare il caso. Così nell'attesa di momenti più opportuni pensavo ad un altro sondaggio, però ho paura di farlo, perchè in fondo mi diverto ma forse non dovrei divertirmi, dovrei riflettere.
Tipo scrivere sul blog, mi prende del tempo ma è un tempo che guadagno perchè poi mi scarica come se fumassi una sigaretta ma io non fumo e quindi non posso scaricarmi così. Forse dovrei trovare uno scarico più adatto, più consono alle questioni che tratto.
Non so, potrei sondaggiare questa cosa ma poi se viene che è meglio smettere di scrivere sul blog magari ci resto male, divento triste, lunatica in fondo lo sono già. Boh non so.
Alla fine oggi è meglio se non sondaggio un cavolo.


Sfogatoi


Oggi è così. Mi va di modificare il già fatto.
Di solito giro la pagina ma ho capito che devo imparare a rileggere quello che faccio, per capire cosa ho fatto perchè spesso lo faccio ma non lo so. Come usare sfogatoi, si lo faccio.
Forse tutti, non lo so. Certi usano amici che sono trait d'union invisibili con persone che vorresti far evaporare in alti luoghi e località. Ma questa cosa non va bene, bisognerebbe spiegarla però poi è vero, è un po' noioso e molto probabilmente non servirebbe a niente.
Perchè senza testa si nasce, è un difetto cronico e genetico. Non si può cavare sangue da una rapa, se è un rapanello anche se avesse sangue non ti basterebbe a niente e se fosse una volpe direbbe che l'uva è acerba solo perchè la volpe spesso è troppo bassa. Di altezza e di moralità.
Il che non è un mio problema come direbbe R* che tutto&sommato è l'unico che quando chiamo urgentata dalle mie emergenze soggettive ancora mi ascolta, riflette e poi mi dice quello che pensa realmente. Per questo gli voglio bene.



By_pass

Per fortuna so decontestualizzare abbastanza ma non troppo. Se fosse troppo sarebbe fuorviante e se fosse poco potrebbe darmi qualche problema.
Ma è come per ogni cosa. Ci va sempre un "abbastanza".


Scherzature


Riflettevo sulla felicità. Che spesso ti fa muovere incautamente perchè accentua quell'entusiasmo che spesso si accende esplosivo. Tuttavia le giornate che uno dorme poco viaggiano seguendo un profilo che non aerostatico giacchè scema ingiùendo verso il basso o bassificando più in giù. A volte è solo un rimambimento utile a dimenticare, a volte è un malumore difficile da gestire.
Il che spesso condiziona, insegna quasi mai.
Per la cronaca doverosa, oggi sono rimambita. Per questo il CLB mi ha appena fregato.

Scalza

27 gennaio 2010

Anche se mi vuoi bene




Comunque mi sono preoccupata lo stesso.

Perchè R+ l'altra sera non mi ha salutato e io me ne sono accorta solo quando sono arrivata a casa e mi sono aperta un succo di frutta al mirtillo che poi mi è caduta una goccia sopra la maglietta bianca e ho pensato che forse non se ne sarebbe andata via. Così mentre mi toglievo la maglietta per lavarla subito mi sono ricordata [a me stessa] che la mia lavatrice non funziona tanto perchè anche se la carico di additivi e foglietti vari, mi mischia tutti i colori che se fossero carte andrebbe bene se per caso uno però deve giocare. Come quella volta che per scherzare ho fatto una mano di briscola con R+ che però poi ho perso e lui rideva in quel modo che poi m'è venuto il nervoso. E nel ricordare quello, mi sono resa conto/ricordata che non mi aveva salutato e ci sono rimasta male.
Quindi l'ho chiamato per dirglielo. Sia di quella volta delle carte che del saluto mancato.

Secondo me è meglio dire le cose anche se non serve a niente. Infatti R+ non ci ha capito niente e ha pensato che mi fosse successo qualcosa di grave. Invece non mi era successo niente solo che mi andava di essere specificativa. Perchè non voglio che capiti mai più.

Scalza

Isoquantici




Oggi mi sento produttiva, quindi lavorerò meno di ieri.
Di solito è cosi, compenso il sentire con un fare, mi rende più docile agli eventi e praticamente connessa con una libera socialità.
L'importante poi è imparare a capir-si più che capir-e. Ad esempio sapevo che A§ sarebbe tornato ad essere mio amico. Lo sapevo perchè me l'aveva detto S.
S. mi sta aiutando molto ad essere più semplice in quanto:
1) ho scelto di ascoltare il suo punto di vista
2) evito di pensare oltre quel punto di vista
3) aspetto di vedere nella praticità se il suo punto di vista è ben orientato.

Essendo che ha sempre ragione, faccio che ascoltarlo. Così risparmio energie e posso usarle per fare altro, tipo righettare L. oppure righellare R.

Scalza

26 gennaio 2010

Wait




La paura in fondo serve.

Un po' tutto a dire il vero, anche la mancanza di voglia di lavorare o di sentire qualcuno che però magari ha voglia di sentire te, solo che certe volte uno ha voglia di starsene un po' assolato.
Se ci fosse un'amaca tra le piante amazzoniche dell'ufficio forse dondolerei meglio quei report che devo fare ma non faccio subitamente. Rimandando questioni illusorie che però mi appaiono nell'immediatezza emozionale quasi urgenti.

Come rispondere subito alla mail di M* che mi ricorda di una me un pò diversa, di quei modi che sono rimasti a dominare sulla praticità che si incontra quando si è quello che si è. Senza quelle cose inutili che anche se abbelliscono alcuni momenti poi alla fine ti fanno perdere.
Perdere è un concetto utilitaristico, lo so. Del resto gli studi mi avranno condizionato un po' anche il pensare, per fortuna. Perchè un po' quel vizio alla filantropia incondizionata mi ha spesso dissanguato. Che va bene se sei uno che delle risorse non sa che farsene.
R* mi ha detto che io un po' sono sempre stata così, quindi era naturale che gli altri prendessero quello che non valutavo e poi è un po' inutile lamentarsi dell'uso che se ne fa di quello che sarebbe tuo.
Poi forse la proprietà è un concetto che prima o poi sparirà ma dovremmo essere tutti ricchi o poveri uguali. E' la diversità che si pone come limite penso o forse è il limite interiore di capire la diversità nella quantità di cose che si hanno e si possono mostrare.
In un modo direzionato a cose che si pensano importanti perchè a ben vedere si può mostrare praticamente qualsiasia cosa. Anche l'innamoramento per dire, se uno ce l'ha ovvio.
Oppure l'invidia, la lifting-atura, la magrezza, il colore dei capelli, l'intelligenza, la maleducazione, la lucidità. Tanto per citare alcune cose che mi passano per la testa, ma nella testa alla fine passa tutto. Qualcosa va via, qualcosa rimane.

A suggerire un percorso, un incipt per un dialogo con chi forse incontrerai in una pausa pranzo, in una telefonata, in una visita medica. E quell'incipt l'avrai pensato perchè molto probabilmente anche se viaggi estemporaneo, un progetto ce l'hai, sai dove vuoi arrivare.
E se lo sai, ci arriverai. Guidato dal credere in te stesso come nella Vita che certamente qualche informazione in più ce l'ha, su di te e quello che hai.

Anche la paura guida. A volte è un blocco, che ne so. Uno ha paura di innamorarsi perchè tanto di fregature ne ha già prese ed è come quando da piccolo ti dicevano se per regalo volevi una figurina e nell'album le avevi tutte tranne il numero 83 + una scatola di doppioni di cui non sapevi che fartene perchè tanto il numero 83 non l'avevi vinto mai, trovato mai, scambiato mai.
Quindi alla fine rifiutavi perchè non ti servivano altri doppioni, ne avevi la scatola piena. Se fossi stato più entusiastico e meno condizionato dall'esperienza forse il numero 83 l'avresti trovato.

Alla fine è un fatto semplice che non devi trascurare di te. Quell'esperienza che già fatta tornerà nel tuo pensiero a farti vivere di nuovo quello che è già stato.
E sarai molto probabilmente incapace di vedere che i numeri 83 esistono ancora, perchè i numeri esistono tutti, è un fatto logico.
La logica mi piace, perchè ti suggerisce un pratico buon senso che puoi applicare con una certa semplicità, senza tante complicazioni. Tipo che al fondo dell'album c'è un indirizzo a cui scrivere, mandando una cifra X per richiedere quei numeri che non hai. Ha un prezzo, vero. Ma alla fine cos'è che non ce l'ha?

Certe volte il prezzo è una questione monetaria, altre volte no. Spesso è un fatto emozionale di contrasto con quello che vorresti in quello che hai. Superata quell'onda puoi accomodarti su una tavola da surf più comodamente e lasciarti ondeggiare in quelle sensazioni quotidiane che sai già di te. Piccole cose che ti accompagnano. Certe volte restano e diventano parte di te.

Non so, era solo per scrivere qualcosa perchè ho sonno e non ho voglia di lavorare.

Scalza

25 gennaio 2010

Riflessioni su post-letture





I calzini agli scalzi non piacciono. Però li uso. Soprattutto quando serve per figurare atteggiamenti pratici oppure se fa eccessivamente freddo e ginnastico inducendo verso altri opera convincitoria perchè so cosa faccio e vorrei che si capisse.
Il che significa semplicemente che anche io faccio quella cosa che mi dà tanto fastidio quando gli altri la fanno a me: cercare di convincere gli altri.
E' terribile, tuttavia ho pensato che in fondo ci sono due modi di convincere gli altri.
Uno è quello di convincerli perchè tu sei stato convinto ma non lo sei tanto (ti hanno un po' incastrato nella convinzione) e non vuoi essere l'unico convinto perchè in fondo la condivisione aiuta sempre a stare meglio se non sei uno tanto sicuro.
Due è quello di convincerli perchè sei convinto che è la cosa giusta perchè l'hai verificato e sai che è proprio cosi e sei talmente felice che vuoi rendere felici anche gli altri (un minimo di altruismo qui ci sta).
Sembra uguale ma non lo è nel momento in cui non riesci a convincere gli altri perchè nel caso uno, puoi arrivare anche a ritrattare e rinnegare la convinzione, nel caso due, espandi sempre di più la tua azione verso quegli altri che sono fuori dal raggio di azione e che potrebbero essere adatti al convincimento.
Perchè in fondo, chi crede in un certo modo sa.

Scalza

22 gennaio 2010

Game Over



Oggi mi ha chiamato S. chiedendomi chi ero. E io gli ho detto chi era lui perchè ho pensato che avesse perso la memoria. Ma lui la memoria l'aveva semplicemente re.load-ata.
Cancellando numeri, eventi, fatti che poi magari non avrebbe saputo come riallacciare ai fili della sua time-line. Poi voleva spiegarmi che aveva cambiato scheda sim o marca di cellulare e non sapeva più di chi era quel numero (che era mio) ma non l'ho lasciato fare perchè anche la sfacciataggine deve avere il limite dell'intelligenza: degli altri, di quegli altri che ti ascoltano.

Ma i pazzi si sa che viaggiano così. E se un giorno ne capissi uno vorrebbe dire che lo sono diventata anche io. Invece ancora non mi capita per fortuna. E conservo tutti i numeri con i nomi legati tra loro e so che non li cancellerò perchè poi magari mi chiama di nuovo S. chiedendomi chi sono e posso decidere che fare. Se inventare una me che ancora non esiste e forse non esisterà mai oppure raccontare che sono morta nell'aspettare quella telefonata là. Tanto per esagerare e stimolare un piccolo senso di colpa che tanto non arriverà, lo so.

Perchè di S. ne è pieno il mondo e anche se cambiano iniziali, il punto resta sempre dopo, lo stesso. Che fondamentalmente sono degli stupidi. Però ci sono anche degli S. diversi, questa cosa voglio specificarla sempre qui.

Perchè poi si potrebbe immaginare che chi scrive in questo pezzo di virtualità abbia una pessima opinione degli uomini-maschi. Non è così, io amo certi maschi, certi mi piacciono molto fisicamente, certi li adoro per come si muovono nel movimento che fanno, altri mi fanno impazzire perchè sono un po' border line come me.

Diciamo che ci sono S. inferiori che possono essere maschi e femmine e che sarebbe meglio non incontrarli mai, non scambiare numeri di cellulare con loro, mail, parole, pensieri, fatti, atti, considerazioni varie, amorevolezze comprese. Tutto qua.

Scalza

21 gennaio 2010

Avanzare in lateralità (è concesso)

(proseguio al commentario in post)

Anche se stamattina D. mi ha mandato un messaggio dicendomi che devo fare più attenzione alla mia curiosità che prima o poi faccio una brutta fine. Il che non mi interessa proprio perchè la fine è già brutta di per sè, se ci metti anche il brutto vicino alla fine diventa bella che uno voglio dire, nelle cose brutte si dà una ragione della terminazione.
Se fosse una bella fine, sarebbe molto più drammatico.

Ma è D. è un cretino, già lo so.

Scalza

Pi Greco




Ovviamente c'è sempre un vice.
Io non lo sapevo però certe volte lo ero ma se nessuno te lo spiega ti comporti come se fossi nel tuo ruolo da protagonista. Solo che la Vita è necessariamente più preparata di te, infatti è da tanto tempo che ti osserva, forse anche quando avevi una pelle diversa, degli occhi a mandorla che poi magari ti sei svegliato con gli occhi grandi e rotondi ed hai cominciato ad odiare gli occhi a mandorla proprio per quello, chissà.
Le cose non è che le puoi sempre capire per intero. Te ne fai una ragione, spesso senza neppure un ragionamento. In fondo deve servire a te, non a tutti gli altri.

Comunque, quando sono vice e lo so, esercito il mio potere più per rivendicazione che per organizzazione delle differenti qualità umane. Me ne sono resa conto l'altro giorno che D. mi ha chiesto se lo accompagnavo a pranzo perchè era solo.
Poi mentre insalatavamo mi ha detto che R. gli ha fatto pacco perchè aveva mal di testa. Così ho pensato che in fondo certi rapporti sono ben retribuiti e non sempre è il denaro ad essere il corrispettivo principale.
Tuttavia, anche se mi vice-izzano spesso me ne faccio una ragione e senza troppe formalità capizzo con quel piglio e quel comando che in fondo vuole chi i capi ce l'ha.

Altrimenti sarebbe free lance come me.

Scalza

20 gennaio 2010

Make mistake







Oggi pensavo a S. e mi sono ricordata di quando pensavo male di S. perchè tutti mi parlavano male di S. e io non volevo per forza credere a quello che mi dicevano, anzi, speravo che non fosse così. Però mi restava un dubbio che alla fine ha reazionato un mio agire liberatorio.

Effettivamente non so se è più difficile credere o sperare. Dipenderà da cosa sei predisposto a fare. Se credi è facile, se speri è facile. Altrimenti no.
Certe volte è difficile fare tutte e due e anche il contrario, tutto.
Stai là ad aspettare che tutto passi e se ne vada da dove è venuto Così sei libero di aspettare nuove cose, persone, fatti.

Per adesso ho capito poche cose.

I vicini esistono per verificare la tua litigiosità.
I centri estetici per farti capire che puoi sempre migliorare (ancora).
Gli amici per esercitare le dinamiche verbali del sentimento.

Scalza

19 gennaio 2010

Questo post lo pubblico e non lo rileggo




Ieri ho scritto un post che non ho pubblicato.
E' stata la prima volta, credo perchè di solito non li rileggo ma avevo del tempo e così ho pensato che magari potevo mettere le virgole nei posti giusti oppure correggere quelle lettere che finiscono nei posti sbagliati perchè le dita non si mettono d'accordo e vanno fuori tempo.
Effettivamente ero andata abbastanza a tempo ma per le virgole non so.
Dovrei fare una riunione straordinaria e so che ci metterei del tempo perchè poi sulle virgole mi è capitato di capire che ognuno la vede a modo suo.
Forse è una questione mentale, la virgola. Perchè ti ferma nel movimento, nel respiro, nel capire. Ti dà una pausa, un ritmo, una sequenza. Ti ferma dove vuole (chi scrive), io ti fermerei qui, qui, qui. Ogni qui è diverso per intenderci ma potrebbe essere anche lo stesso qui solo che il qui a volte è grande e quindi devi spezzettarlo nel vedere oppure lo vedi insieme ma ti perdi i particolari. Scelte.
Comunque non avevo niente da scrivere, la verità è quella. Non raccontiamoci storie.
E' che negli ultimi tempi sono diventata gelosa del mio privé perchè ho fatto dei sogni che mi hanno agitato, di persone che frequento che mi dicevano che avevano letto sul mio blog alcune cose che avevo pensato.
Il che mi ha fatto riflettere che spesso il blog per me è stato uno sfogo. Scrivevo male di tutti quei chi che anche se cambiavo l'iniziale del nome e li puntavo per nasconderli bene, alla fine se quella persona leggeva si capiva bene che era lui. Perchè sono una persona precisa, c'è poco da fare.
Mi ricordo le cose, i dettagli li appunto quasi sempre e ci metto quel trasporto personale che hai solo quando le cose le vivi.
Diciamo che poi è meglio fare compromessi che compromettersi.
Se non altro per amore di quella base sociale che alla fine è sempre utile per sconfiggere il senso di noia.

Scalza

18 gennaio 2010

T'agg' volut' bene assaje




Credo che spesso il giudizio sia un fatto di prospettive il che implica necessariamente anche un fatto di vicina lontananza. Che è meglio della lontana vicinanza. Non te la spieghi tanto, mettiamola così.

L'ho pensato mentre (^^) parlava con quel fare che è proprio suo. Dicendo quelle cose che un po' sono di tutti perchè quando si cooperativizza in fondo è così.
Bisognerebbe saperlo, il punto è questo.

Scalza

14 gennaio 2010

Una nuova proposta per te




Stamattina ho trovato una proposta per me nel mio blog.
Non so come sia possibile e forse una risposta logica c'è ma io non la so.
In ogni caso ho riflettuto sul fatto che spesso nella vita le proposte ti inseguono ma non sono necessariamente proposte buone per te. Oppure lo sono ma non sembrano.
Sono le seconde che mi spaventano di più, più di quelle indecenti. Perchè le indecenti possono essere accattivanti ma non praticabili oppure praticabili ma non tanto accattivanti, in ogni caso una decisione alla fine sai prenderla.
Invece quelle che non sembrano buone e lo sono, ti fregano.
Ma ti fregano nell'omissione, nello scarto, nella negazione.

La seconda riflessione che ho fatto è sulla diffusione delle agenzie dedite all'accoppiamento. E' pazzesco quanto siano diffuse e dire che oggi come oggi la praticabilità degli altri dovrebbe essere maggiore, vuoi per la libertà, vuoi per la diffusione di quei luoghi di incontro "reali" dove la gente si trova per incontrarsi.
Però la dimensione dell'incontro manca. Forse perchè è troppo offerta.
Ad esempio io da piccola non potevo comprare i big babol perchè mia madre era convinta che dentro c'erano porcherie. Era vero ma non lo sapevo, tutti mi spallonavano in faccia ed io ero innervosita da questo. Tuttavia per quella propensione simpatica che mi è per fortuna rimasta, me li offrivano gratis (anche se il gratis non esiste ma mica lo sapevo allora).
Quindi dopo un po' non ne potevo più di avere sempre l'attaccamento dei denti a qualcosa di molle e di spallonare in faccia a chicchessia.
Mi era passata la voglia. Per questo credo che sia passata la voglia di incontrarsi anche alla gente. In più tutti cerchiamo persone speciali. Così come le abbiamo pensate o che siano simili a qualcuno che ci ha perso perchè se n'è andato via anche se noi non eravamo pronti. E in un certo modo comincia una forma di delirio che giustificata dal luogo comune che bisogna essere almeno in due (se non tre, 4, 5, sei) per essere completi di credibilità, diventa quell'obiettivo che se non realizzi sei un fallito, un perdente. Un single è figo ma alla fine si adombra della sua solitudine. Un vero single è quello che amoreggia libero con quel team di persone che lo adorano e quando parlo al maschile intendo anche il femminile. In certe cose il mondo ha raggiunto una vera parità che in realtà è una disparità impropria. Perchè in fondo la disparità serve, diciamolo.
A me serve che un amico/a sia capace di ascoltarmi se io non lo so fare. Me lo insegna e prima o poi ho speranza di trovare equilibrio. Se fosse uguale a me saremmo due pazzi in giro per il mondo. E di pazzi ce n'è a sufficienza, il mondo non ha bisogna anche di noi due.
In ogni caso, la cosa che più mi dà fastidio di queste opportunità d'orgia internettiane è che siano arrivate a fare la pubblicità sulla tv.
Prima era di una milanese con un romano (o viceversa) che si presentavano a due genitori rimba con quella faccia da rinco felicitati dell'accoppiamento fatto:
1) in orario di lavoro
2) fanchillando nel fanchillamento.
Va beh può capitare ma devi proprio specificare che la maggior parte delle persone compresa me, sta a scribacchiare stronzyllate + (oppure) amoreggiamenti con chicchessia nella reale illusione di un virtuale?
Secondo me non sarebbe necessario.
La seconda è di due sclerate acide che rumoreggiano con i neuroni a voce alta su due poveri disgraziati che però avranno il pregio di zittirle per un tot di tempo che è:
1) indefinito
2) indefinibile.

Alla fine non è proprio lo spaccato della realtà. La realtà forse è peggio.
Comunque anche io mi sono iscritta perchè mi piace capire, dare una possibiltà e non avere quella forma di pregiudizio che è anche pesante. Di pesantezza in fondo ce n'è a sufficienza. Così ho scoperto che in fondo queste robe (non saprei come definirle) sono belle scappatoie/scorciatoie d'acchiappamento.
Che un po' sa di avviamento ma è un avviamento che poi si avviterà inevitabilmente.
Sarà che poi in fondo le persone mi affascinano per come camminano, muovono le mani mentre parlano, sorridono senza finalità (difficile lo so ma capita), aprono le narici per guidarsi nella direzione, si strofinano il mento mentre cercando di risolvere un rebus. Sarà che sono una primitiva e quindi non posso capire.

Però per cortesia, guardate anche fuori dal monitor. Il monitor prima o poi si ribellerà e vi spernacchierà in faccia. Me l'ha detto la pinzatrice rossa.

Buona giornata,

Scalza

13 gennaio 2010

Dissipare i voltismi




A volte i conflitti di periferiche si risolvono eliminando qualcosa.
A volte qualcosa di eliminato era anche desiderato. A volte l'eliminato ci mancherà per un po' ma poi uno si fa una ragione e un ragionamento. A volte però il ragionamento non te lo fai perchè la ragione non ti piace e il mancato fa ammalare.
E' triste ma è così.

Per fortuna io sono una tipa egocentrica, lo dice anche la Pat, quindi ci credo.
Per cui non riesco a non eliminare. Se c'è un conflitto zac! elimino. Anche l'installato intendo, non mi vincola affatto. Quindi, ho pensato, dovrei lavorare sulla risoluzione più che l'eliminazione.
Ci ho pensato mentre mia madre cercava di aggiustare un ragù che pareva un po' troppo salato. Io l'avrei buttato via come fallimento culinario, lei lo riparava.

E' sempre la stessa storia alla fine. Gli aggiustatori spesso sono meglio degli inventori. Per questo tra i dottori non esistono crisi economiche.

Scalza

8 gennaio 2010

Antitesi


Ci sono cose che è meglio fare prima che dopo.
Tipo sciacquare quei cosi che servono per spremere gli agrumi e farsi delle bevute di succhi con vitamina C. Se aspetti diventano secchi in aderenza che poi a levarli non ti passa più.

Scalza

7 gennaio 2010

Sottointesi in desabié




Accertare le conseguenze sembra facile ma non è sempre così. Perchè quando sei sborone ti sembra tutto facile e poi invece quando le cose sono capitate e ti hanno livellato in basso, ti senti ammazzato da quella bella creatività che ti ha suggerito di essere originale nel verificare o nell'assembleare la tua realtà.
Fatto sta che capita, e anche se con la timeline puoi avere una certa dimestichezza che diventa praticità di movimento quello che è accaduto non cambierà i fatti anche nella mente di chi si ricorderà in quel q.b. che dona piacere al palato di quel cuoco che ti cucinerà e ti divorerà per puro diletto a meno che non sia un cuoco per caso e ti farà divorare da altri per farsi bello di quanto è bravo.
Resta il fatto che sarai divorato. Tutto qua. Dai fatti e dai contesti.

Scalza

Certizzare (senza foto)

Le certezze non vanno mai bene, poi però bisogna anche avere il coraggio di autodeterminare l'incertezza quando nella certezza ci stai tanto bene.
Ad esempio io dico delle cose e poi dopo un tot di tempo che dipende dall'umore che ho, le ritratto dicendone altre differenti e diverse come se le avessi sempre dette.
Ovviamente alla stessa persona che mettiamo caso che si chiami Tizio.
Quindi possono verificarsi i seguenti casi:
1) Tizio non mi dice niente come se io avessi sempre detto quella cosa là, che significa che non mi ha mai ascoltato (prima o dopo o in entrambe le volte) e da questo seguiranno poi azioni adeguate. Generalmente spaccamenti di faccia anche se non fisici, perchè alla fine se Tizio è un armadio non mi conviene, per esempio.
2) Tizio mi dice che sono impazzita perchè "prima" avevo detto esattamente il contrario e quindi vuol dire che mi aveva ascoltato sia prima che dopo e quindi cercherò di spiegare la mia tattica ma non sempre sarò capita (già lo so per esperienza) quindi potrebbero seguire reazioni rammaricative (per me).

Praticamente bisogna capire se è più forte il desiderio di capire o di vivere.
Quasi sempre è così.

Scalza

Assomiglianti a chissà+chè




Sono felice, forse domani sarò triste. L'emozione viaggia non la posso tenere ferma senza una ragionevolezza e in questo momento di ragionevolezze non ne ho. Anche se sabato è il mio compleanno e la Pat mi ha chiesto cosa voglio e io ho detto "non so" allora lei mi ha detto che non vuole regalarmi cose che poi finiscono nell'armadio e io ho detto "dipende" infatti ci sono dei casi dove gli armadi servono ma poi mi piacerebbe avere un fidanzato tutto per me perchè a quest'età è un fatto quasi impossibile e già lo so allora se lo metto nell'armadio magari questo lo preserva dal consumo di massa e dalla rottura di cyppe che può comportare dal momento che sono disabituata alla stringitura che spesso si pratica solo per paura.
Ma non è una buona idea, lo so. Opterò per un paio di orecchini un po' lunghi ed abbastanza luccicanti con dei colori rasserenanti oppure un lucidalabbra intenso e scivoloso che quando baci qualcuno più intensamente cadi in quel frappé che non faresti mai ma che alla fine ti fa sempre bene. Come la frutta fresca di stagione, una passeggiata in un parco, due parole con chi ti vuole bene.

Scalza

Baratti & innamorazionalità




Il baratto innamoratorio non è quando io che potrei essere Tizia sono innamorata oggettivamente, cioè senza soggettività diretta verso qualcuno ma direttamente verso tutti e tutto, capita che se mi innamoro di un soggetto che non corrisponde il mio status, ci resto male in ogni caso.
Perchè se a lui non piaccio, ci resto male e soffro ma se gli piaccio ma non in quel senso innamoratorio oggettivo ma in maniera soggettiva, finisce che sto male lo stesso perchè prima o poi capisco che è un errore, uno sbaglio, un caos.
Se invece questo qui è un Tizio che è innamorato oggettivamente, essendo che tutti e due portiamo la stessa carica innamoratoriale, finisce che ci autocuriamo, stiamo bene, scambiamo questa carica io a lui e lui a me e va bene così.
Termina come ogni cosa ma anzichè stare male stiamo bene e magari restiamo anche amici, per dire.
Può capitare ma a me non è capitato mai per questo ho spiegato una cosa dicendo quello che non è. Conosco meglio quello che non è di quello che è.

Generalmente mi sono innamorata di chi era innamorato di cose che avevo e che certe volte usavo. Il che non è un errore di per se ma se per caso queste cose sono parziali di quell'interezza che hai e quel tot di altre cose che sono sempre tue non piacciono, finisce che i rapporti diventano limitanti e tristi.
Di quella tristezza che poi scrivi tanti posts e ciondoli con le cuffiette in casa mentre un CLB ciondola anche lui con le cuffiette in casa perchè non ha voglia di studiare e vuole giocare alla play ma tu non vuoi che lui giochi alla play, e nell'incontro del ciondolamento si finisce per ballare due musiche diverse ma nello stesso movimento.
Il che mi fa riflettere che ci sono infinite possibilità di fare gli stessi errori e questa cosa di per sè non è molto bella, me ne rendo conto. Ma dal momento che l'infinitezza in un certo modo diventa un buon alibi, mi mette il cuore in pace.

Vorrà dire che continuerò a soffrire e ciondolare con le cuffiette e scrivere indefiniti ed illegibili post-s.

Scalza

6 gennaio 2010

Introduce myself




Comunque i divani rossi mi fanno sempre venire in mente le stesse cose, è inutile.
Forse era primavera ma sono sicura che eravamo andati all'ikea per comprare una cassettiera per mettere tutti i biglietti che P. scriveva per me e poi conservava sempre per me.
Io li avrei buttati perchè conservare troppo non va bene, lo dice sempre anche la Pat.
In ogni caso P. non li voleva buttare perchè diceva che io tendevo a dimenticare le cose e quindi quelli mi aiutavano. Ma era maniacale, non riuscivo a sopportarlo.
Li divideva per mese e li leggeva spesso. Soprattutto quando cercavo di litigare con lui.
Così quando siamo andati all'ikea, ho pensato che forse i biglietti li scriveva più per lui che non per me.
Perchè ci sono persone che devono usare gli altri per convincersi che sono proprio come hanno pensato e se per caso quelle persone usate gli fanno notare che non è così, loro scuotono la testa e dicono che "non hai capito".
P. scuoteva sempre la testa, anche quando si è seduto su quel divano rosso dell'ikea e mi diceva quelle cose che non ho dimenticato nel senso ma non saprei più riportare nelle parole.
Poi il tempo passa ma restano quelle sciocche dimensioni temporali che si materializzano quando vai a casa di qualcuno che ha un divano rosso e tu chiedi se è dell'ikea e loro ti dicono di "si" e tu ripensi a P., ai suoi bigliettini che magari conserva ancora in quella cassettiera metallica rossa, come tutti quei divani che ho incontrato e che non vorrei incontrare mai più.

Scalza

Step




Certi giorni sono proprio innamorata, come stato più che come reazione a una relazione.
E' colpa di Cupido, non vedo altre ragioni. E divento banale e circostanziata nei pensieri che faccio e un po' questa cosa mi spaventa ma poi so che tanto mi passa, quindi lascio che scorra dentro di me. Un po' di bene mi fa, mi sento lieta di levità come diceva sempre A* che forse era innamorato di me, non l'ho capito perchè un po' mi trattava bene ma spesso mi trattava male. Mi sentivo confusa della sua confusione ma per un fatto di gentilezza pensavo che non avevo capito, che era colpa mia per quell'atteggiamento insolito che avevo. Invece il confuso era lui, c'era poco da fare. E' come quando sei nelle porte girevoli che se non fai attenzione potresti uscire da dove sei entrato senza aver cambiato niente di quello che volevi fare, essere, dire, baciare, sognare.
Bon, poi alla fine uno queste cose le impara.

Come quando mi sento così innamorata che abbraccerei il mondo e mi fidanzerei con tutti quelli che incontro per una forma di abbordabile praticità. Resta il fatto che il fidanzamento si fa in due, ora lo so. Ma non sono l'unica illusa a non saperlo. Anche questo ora lo so.

La verità è che certe innamorazioni sono già dentro e poi sarebbe bello poterle condividere senza quel dannato senso di appropriazione e di proprietà che ci ha reso molto più poveri e maggiormente condizionabili.
Se esistesse il baratto innamoratorio, io lo applicherei.

Poi l'amare è cosa diversa, So anche questo, of course.

Scalza

3 gennaio 2010

Appiedati senza Y




Piacerebbe anche a me, non c'è di che.
Perfettamente consapevole della dolenza di cadute libere che poi s'adagiano su orizzonti frivoli per quella volontà di sopravvivere che in me crea subbugli che per difetto mi spostano nella verticalità di evidenziate fughe.
Perchè in fondo se vuoi lasciare, prendi più strettamente verso di te. Da delinquenti, lo so.
Ma se il contraddetto si capisce meglio che colpa ne ho?
E' il fine che mi interessa, arrivare dove ho sospeso il mio vivere nell'attesa di quei momenti che intravedo in quei sorrisi che come apparizioni immacolanti si imbrigliano ai miei sogni e volano, lievi, sospiri e brividi.
Come quando prendo le chiavi per poter tornare e me ne vado silenziosa tra le vie di questi piccoli mondi. Solo padroni di cani instabili e un po' nottambuli che mi salutano perchè nella notte è bello incontrare qualcuno anche se è solo un attimo appenato da quel desiderio fragile. Che poi nel giorno svanirà anche se riconoscerai e non importa, in fondo. Se nel romantico la tenerezza diventa quell'odore di pioggia estiva, sotto cieli ancora invernali dove i germogli s'affacciano e quella voglia di danzare che si accompagna a quell'andare come essere aria nell'aria. Appartenuti a tutto quello che esiste e resta, liberati dal contesto di una formalità, sinceri nel guardare dentro l'anima di chi s'apre con quel senso di delicata solitudine che è in fondo un'amabile compagnia.

Poi, piacerebbe anche a me, possibilitata finalmente.
Da quel minuto in più che la paura resta a dettare coraggio per lasciarmi attratta dalla forza di un volere più ampio, deciso e stabile, forte nel determinare il proseguio.
Senza lasciarmi quello spazio, in quel pensare che poi mi giustifica andante.
A volte mi sembra di percepirlo. Arriverà, lo so.
Come l'azzurro dei fiordalisi nei campi di grano, come le nuvole guerriere nei cieli di vento, come le foglie colorate nel via vai di fredde giornate.

(io ci sarò)

Scalza

Qualcosa comunque capita




Mi attrae il livello difficile.
Ci pensavo mentre mi hai guardato così che poi anzichè approfondire, ho preferito andare.
Forse per tornare in un momento più ottimale o rifilarmi in un'altra scena più consona al mio modo d'essere che anche se cambia è in fondo sempre lo stesso.
Libero dai compromessi, dagli eccessi di un vivere che poi alla fine non mi interessa consumare così, in quella liberalità gestualizzata più che praticata.
Sono in fondo pratica e quindi cerco la praticatura di una praticabilità.

Scalza

La Verità mica la so




In fondo il non usato affascina, c'è poco da fare. C'è chi rifilato sta meglio che sistemato.
Poi al di là delle qualità espresse dai fatti contingenti, resta la verità di quell'emozioni che ascolti quando torni o vai da dove poi tornerai.
Quelle parlano sempre chiare e se poi un giorno cambiano è solo perchè anche le cose sono cambiate. Per questo mi piace darmi del tempo.
Oramai l'ho capito che subito non si sa quasi niente.
E' un po' come quando gioco con il CLB che nei primi livelli mi sembra che sia tutto troppo facile e poi invece arriva quel livello difficile che se lo sblocchi, poi vai filato fino alla fine dove non ci sono più livelli da superare. Al massimo rifai tutto ma solo se veramente lo vuoi.

E' un po' questo il punto.

Scalza

Il Dubbio un po' ce l'ho




Nonostante le esperienze e le implementazioni verifico una certa inesperienza.
Come quando qualcuno mi dice cose carine che mi piacciono perchè sono gratis, cioè fuori contesto e quindi in un certo modo non mi sento di dover pagare con atteggiamenti che dovrebbero essere contestualizzati da rapporti o relazioni in cerca di stabilità.
Però, stasera, pensavo che in fondo le cose che mi piacciono davvero le pago per averle e poi me le tengo. Quindi forse il rapporto del piacere dovrebbe nel tempo essere legato alla proprietà voluta. Che se non vuoi le cose in fondo mica le compri, al massimo te le regalano e le tieni là, a volte incartate con il cellophane a dare un senso di mai usato, fino a quando le rifili a qualcuno in un'occasione che a volte si crea apposta per la rifilatura.

A volte si fa anche con le persone.
E' una cosa brutta ma è così.

Scalza