1 febbraio 2010

Allunedizioni





Per fortuna ho me, e qualche mp3 di zio Frank.
Diversamente sarebbe peggio, poi forse pranzare con due cioccolatini ti porta a pensare, perchè non mandibolizzi quasi niente. Il cioccolatino è una cosa che si scioglie in bocca e non ti dà diritto alla masticazione. A me piace masticare, mi dà un senso di realtà che alla fine vorrei realizzare in uno scenario un po' differente lo ammetto.
Perchè poi ho quel difetto che penso. Penso a tutti quelli che muoiono nelle tragedie di essere in un certo luogo nel mondo e non sempre a ragione di eventi naturali. Se fosse qualcuno della mia famiglia avrei fatto di più, tutti lo farebbero.
Invece guardiamo la tv, mangiamo, dormiamo, due robe così, un po' di fretta, ci incontriamo, tragediamo sulla nostra mancanza di quello che vogliamo ma non abbiamo.
Non so, in fondo basterebbe poco. Tutti insieme, appena due euro ciasciuno che però finiscono proprio là.
La redistribuzione di quello che c'è in base a chi c'è. Chi non c'è, pazienza. Ricominciamo da zero.
In fondo redistribuire è giusto.
Mal comune, mezzo gaudio. Ma varrà per le cose brutte come per quelle belle.

Ad esempio io vorrei redistribuire certe cose perchè poi mi sembra di stare nella parte stretta dell'imbuto e a quel punto vorrei cadere giù in basso, cosa capita, capita.
Invece sto qui ad ascoltare tutti tranne me. Forse perchè io so già cosa direi, come la penso.

La vita è proprio strana. Perchè a 15 anni pensavo delle cose sulle persone che ancora penso e non so perchè non sono riuscita a spostare quel pensiero là.
P. mi ha detto che è perchè già ero nella consapevolezza e quindi non c'è altro da capire.
Allora qualcosa ho sbagliato, perchè visto che lo sapevo potevo cercare di cambiare quello che non mi piaceva, invece l'ho semplicemente subito.

Così non m'è servito sapere. Il punto è questo.
Ci pensavo mentre scartavo il secondo cioccolatino e mi guardavo con la piccola felce che un po' è innamorata di me, perchè se manco si ingiallisce e se arrivo diventa bella verde.
Forse perchè sente che l'ascolto, in fondo essere capiti è difficile, lo sa anche lei. Però a volte basta poco, un piccolo orecchio che è là, per te.

E tu parli, apertamente, senza un filo logico o un perchè. Di cose che neppure sai bene ma che hai voglia di raccontare. Di questo e quello. Parli perchè qualcuno ti sta ascoltando.

Basterebbe questo. Solo questo.

Scalza

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