26 gennaio 2011

Questo è un post lungo (avvisaglie & C.)

Oggi rifletto. Anche con me ma non solo con me. Mi rendo conto che spesso scrivo cose che chi vuol capire capisce come vuol capire ma anche non capire, fa lo stesso.

E’ bella la libertà.

Del resto a me non importa, è una sperimentazione che effettuo tra i dialoghi del mio cervello e il pauseggio della mia mente. Mi diverto in buona sostanza, spero che sia reciproco anche in chi legge. Diversamente non comprenderei il motivo di una lettura ma a me non importa di capire quello che non so. Resto in una buona tolleranza. L’ho già detto.

Però poi visto che la legge di attrazione esiste, so bene che chi legge potrebbe anche scrivere perché le frequenze costruiscono un pari e dispari che poi si accoppia volentieri e dà luogo a quella bella unità che fa sempre piacere, ti allarga il cuore e ti fa sentire okey.

Quindi so bene che anche se scrivo fesserie, qualcosa dico lo stesso che può avere un valore e che s’adagia nella mente di chi legge (anche dopo aver scritto) e poi fa qualcosa. Di buono, perché l’ho misurato energeticamente e queste cose le so perché le conosco.

Si tratta di fortuna, certi la definirebbero qualità positiva in eredità da chissà dove, un talento che arriva dal mio trapassato, quando scrivevo per capire perché forse non sapevo.

Tuttavia, a parte i giochi di parole, riflettevo che mi piace anche:

1) essere input-ativa quando scrivo i miei quaderni astro-energetici;

2) essere trasmissiva quando telepatizzo l’ascolto di alcune considerazioni energetiche;

3) essere esplicitativa quando non voglio dar luogo a fraintendimenti.

Oggi vorrei essere esplicitativa. A me piace scrivere, punto.

E’ un difetto, una virtù, una fesseria come diceva sempre mio padre che è venuto solo una volta ad una mia premiazione perché mia mamma l’ha ricattato e il CLB piangeva. Quella volta là era abbastanza fiero ma non me l’ha mai detto. Comunque era esplicitativo senza parole. Come piace a me quando non voglio fraintendimenti.

Però in questo spazio bisogna essere certizzati dalla parola. Quindi.

C’è stato un momento nel mio divagare dove ho incontrato alcune informazioni relative ad argomentazioni disinformate che se da una parte aprono la prospettiva della conoscenza, dall’altra rimettono in discussione il valore fondamentale dell’essere: la sua libertà. Effettivamente che libertà ci può essere nel conoscere che non hai via di scampo, che tutti ti hanno preso in giro manipolandoti per trasformarti in una bella pila a corrente alternata perché quando sei scarico ti lasciano ricaricare per un tempo adeguato al tuo sistema ed effettivamente l’aumento dei tumori potrebbe anche spiegarlo ?

Però c’è anche da dire che i dati mancano se ci sono statistiche sono manipolate ma poi alla fine quello che controinforma si avvale di traditori e nello stesso modo chi ci manipola lascia passare falsi informatori che esagerano la controinformazione per renderla incredibilmente poco credibile.

In tutto questo ci sei tu, io, gli altri.

Quelli che vivono normalmente, perché devono lavorare anche se gli piacerebbe conoscere un rettiliano e scambiarci due parole o passare la notte su FB a parlare di amore cosmico con chi è da salvare e poi fare video, scrivere libri gossip sulla vera verità verata e andare nelle trasmissioni a parlare nascosti per non rischiare la vita perchè essendo veritieri possono farti fuori in un minuto con un segnale che dall’haarp si dirige sulla parte del tuo cervello funzionale. Perché lo sappiamo tutti che il cervello viene poco usato percentualmente e forse è per questo che ci troviamo in questa condizione di mal-umanità.

Allora, noi che siamo normali, che lavoriamo per il muto e i figli da crescere, che vorremmo una pausa sentimentale positiva in mezzo ai deliri che seppure non sono buoni rallentano la noia, che litighiamo con i colleghi per non abbandonare il conflitto dal momento che andando in avanti viviamo sempre più mediazioni/compromessi principalmente per mancanza di energia, noi normali, restiamo nella normalità di vivere e morire. Con quel bagaglio di esperienza che è la Vita, nella fede di una Spiritualità o di una Morale che è formazione fondamentale della Persona, nell’Amore di quelle relazioni importanti che abbiamo saputo attrarre e vivere. Nel rispetto del rispetto che poi diventa integrazione reale con l’essere e non rivalutazione del diritto fondamentale che si ha di poter fare tutto quello che passa dall’orbita del cervello. Potrebbe essere roba non tua, non dimenticarlo perché poi alla fine qualcuno fa fare a te quello che vorrebbe fare lui ma sei tu a prenderne il carico reale. In ogni caso.

Ho riflettuto molto sull’allarmismo scompensato che viene creato da alcuni personaggi misteriosi della rete che poi trovano anche un collegamento mediatico. Provo antipatia per costoro, perché l’immaturità opportunistica (materiale) con cui agiscono è improponibile in associazione con quelle così dette conoscenze che vengono trasmesse senza possibilità di confronto vero giacchè si tratta di universi sommersi che solo gli eletti possono avere a disposizione. Anche se ti dicono che tutti possiamo, che siamo divinità, che possiamo manipolare la realtà e godere di ogni ricchezza e realizzazione. Si, è così, ma poi ti dicono che non devi dimenticarti che sei uno schiavo manipolato e che però sei un divino in realizzazione. Allora io ragiono.

Voglio restare nel campo, lo dico sempre a chi fa con me gli esercizi suikan: “resta nel campo”, sei tu, un po’ così e un po’ cosà, che ti importa della definizione? L’essenziale è essere te stesso. Cercando la comprensione di cose che certamente esistono ma che devono essere SOSTENIBILI per l’essere. Cioè capire le cose che puoi affrontare in una crescita terrestre, ovvero dimensionata in questo pianeta e non nella rappresentazione extra di un altro mondo dove forse ci siamo lo stesso e siamo meglio di qui. In fondo è quello che è avvenuto con le comunità virtuali, siamo là anche se siamo qua ma là è meglio di qua perché possiamo parlare liberi dal condizionamento.

Meglio ri-unire, nel tempo la dispersione porta a una disperdibilità che diventa anche perdita generalmente di magnetismo e quindi di possibilità realizzativa. Restare nel campo significa vivere il più possibile in unione non solo con il corpo e la mente ma anche con la rappresentazione di te nello spazio che inevitabilmente (anche senza comunità virtuali) è tendenzialmente differente a seconda degli ambiti o delle relazioni che si hanno. Più sei in unione e più vivi meglio te stesso.

Difatti non è la divisione che occorre operare quanto piuttosto la profondità che è ovviamente differente da una persona ad un’altra.

Per questo rifletto + esplicito che bisogna fare attenzione a quello che si legge e quello che si ascolta. Scegliere quelle cose ed informazioni che sono indispensabili per il bene della persona e prima ancora di questo credere in se stessi, nella propria possibilità di realizzazione, nella propria capacità di comprensione.

L’aiuto deve arrivare dai Maestri, non dai mostri. I Maestri si riconoscono dal fatto che la tua vita migliora nella sostanza e non solo nel riflesso dell’emozione di sentirli vicino a te. In una parola: oggettivizzare l’osservazione. Sempre.

Con biglietti, schemi, dati e parametri. Il razionale a me piace quando aiuta l’espressione dell’irrazionale creativo. Bisogna dosare tutto in un q.b. che è il perfetto che ci serve per essere quello che cavolo abbiamo deciso di essere quando siamo venuti qui.

Ho esplicitato, fine.

Au revoir.

Scalza