22 marzo 2011

Assuefatti dall'evidente negabilità




Stamattina ho ascoltato alcuni commenti from Mosca. Pensando ho mubblizzato.
Mi è parso chiaro un progetto che non verbalizzo per timore d'esser coinvolta in chi lo attuerà. Perchè spesso si dice che se capisci una cosa sei nella linea d'onda dell'emissione stessa. Chi capisce i pazzi, un po' pazzo lo è, altrimenti come farebbe a capirli?

Tuttavia forse si tratta solo di un intuito anormale che si è come dire enfatizzato dietro la forza dell'ultima luna che a chiamarla così è un po' apocalittica. Sarà un lapsus, non so.

In ogni caso io e il CLB siamo di nuovo amici, facciamo cose insieme e ci divertiamo perchè io ho accettato la sua mancanza di lacci alle scarpe e lui ha accettato la mia regola meditativa familiare.
In poche parole abbiamo agito su un compromesso.

Bisognerebbe fare così sempre, anche negli stati, nelle società, sui pianeti, nelle galassie. Sempre.

Capisco che la distruzione sia necessaria alla ricostruzione ma può esserci anche un fare senza un rifare sul disfare. Lo dico sempre al CLB. E' un fatto ecologico, volto al recupero di un riciclo che non può essere più ignorato.
Per questo quando mi chiama G. non rifaccio quello che ho sempre fatto ma faccio quello che ho voglia di fare in quel contesto che sono e che ho perchè lo vivo, of course.

Forse un senso ce l'avrebbe o ce l'ha. Delle mosche non mi riesco a fidare, sarà una questione culturale.

Scalza

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