3 ottobre 2011

E' ancora ma vorrei che fosse quasi, Estate



Mi ricordo gli LP che si graffiavano e saltavi delle intere strofe, un po' ti arrabbiavi un po' ci eri abituato. Tollerante verso quell'imperfetto che si dimensionava appassionato per distrarti dalle ambizioni spicciole di volere inconsistenze e poi, me lo ricordo, bastava poco.
Una chiacchierata vera all'ombra di quel basso inquinamento luminoso che ancora ci permetteva di scorgere costellazioni e stelle che oggi sembrano sparite. Nell'aspetto compensativo che fa apparire pianeti sconosciuti o rivelati, riapparsi per disdetta o appuntamenti che non mancheranno di stupirci.
Come quando uscivo e incontravo casualmente D. che poi mi raccontava cose vere, capitate e sentite fino dentro al cuore. Quando forse ancora aveva una posizione lateralizzata a sinistra e quindi più protetta dalla centralità di colpi che arrivano e sforano di qua e di là, ammazzandoci tutti un po'.
Adesso mi restano parole, vuoti a perdere, inquinamenti luminosi che creano oscurità persistenti che vorrebbero far dimenticare sogni e spazi aperti, più profondi. Come quei baci che si danno solo per donare e non per legare in istinti troppo fragili di solitudini e vacuità. Meglio passeggiare sotto questi cieli di blu metallici che protraggono estati fatte e sfatte.
Non mi resta che parlare al vento, a quei pochi che ancora (come me) hanno voglia di ascoltare.
Chiacchierate all'ombra di luci soffuse, dimentichi di frivolezze passate che ti hanno stretto tra braccia e parole lievi dette nella voglia di sognare (ancora) pensando che forse è già (quasi) ora dell'Amore.

Scalza





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