19 aprile 2012

Digressionalmente verso l'obliquità di quello che potrebbe essere e non è



A me piace la luna. Quando è piena, vuota, a metà, mezza, curiosa, inclinata, spicchiata, unghiante, nascondinosa, chiara, scura, velata, illuminata o luminosa.
E' sempre bella la luna.
Ma quando è tutta intera e si rivela per quello che è all'occhio che vuole vedere e sa, mi piace di più.
Perchè la sento e tutto quello che ascolto è così vero che poi alla fine non so che dire.
Come quando pensavo che R. m'avesse mentito per condizionare il mio comportamento a fare quello che avrei fatto comunque anche se non avessi saputo niente. Poi ho scoperto che era tutta una fantasia del mio cervello. Così sono rimasta senza parole a cancellare tutto quello che avevo pensato di dirgli, di scrivere, fare, nell'immaginazione di scene a mezzo busto perchè il busto intero lo uso solo nelle cose importanti, che contano. Queste sono cose da mezzo mondo, da mezzità, che lasciano il tempo che trovano e che non dovrei mai fare.
Mi perdono solo perchè so che il mio è un cervello inventore che tende a sfuggirmi.

Scalza

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