2 luglio 2012

RiprovarSi




Quando ho cambiato casa sono rimasta la stessa, non è che ho cambiato anche quello che avevo dentro. Però speravo di non trovare più quelle sensazioni sgradevoli che avevano condito certi modi di essere e di pensare e di fare e di capire. Invece, mi sono portata tutto dietro. Le cose che mi servivano erano negli scatoloni seppelliti dalla mia mancanza di voglia di aprire e disfare. Le cose che non mi servivano erano là a guardarmi noiose ed instabili come certi cieli mezzi estivi, come le mani di chi non vuoi, come gli sguardi di chi vorresti evaporato come l'acqua nelle pozzanghere.
Poi passa il tempo e gli scatoloni li apri, trovi di nuovo quello che ti serve e quando stai meglio è già ora di cambiare di nuovo casa. Non lo trovo giusto.


Scalza

2 commenti:

x ha detto...

A volte bisogna dare l'ordine di evaporazione, con il punto esclamativo, così anche chi è più tenace evapora....

scalzasempre ha detto...

quello che non ti piace lo porti più pesante ma poi quando apri quegli scatoloni va tutto via perchè devi - vuoi - PUOI cambiare. Quello che ti vincola sei soprattutto tu per te, gli altri sono ech-o.