21 dicembre 2012

Pensati da Altro



Certi giorni ti dicono che il mondo finisce, poi un altro giorno ti dicono che tu avevi capito male, che volevano dire che era finita l'era non il mondo. Non fa niente.
Io tanto pensavo ad altro.
A quella volta che mi hanno pestato un piede apposta per farmi accorgere di qualcuno che poi ho scoperto che non era molto accorto. E' strano come gli accorti se ne fregano dell'accorgimento degli altri mentre chi non è accorto per niente vuole che gli altri si accorgano di loro. Dev'essere una malattia che ci fa centrifugare quando dovremmo centripetare e vice-versa. Stavo pensando a questo.
Poi mi sono accorta che c'era un pacco che mi guardava sorridendo perchè forse voleva essere aperto.
Ma io pensavo ad altro.
A quella volta che  nevicava e F. mi teneva la mano con quella tenerezza che hanno le cose che si svestono di quello che sei e restano attratte da un senso di unità, dove poi ci sei tu, tua zia, tuo nonno, tuo cugino alla seconda, la tua compagna di seconda elementare che poi se n'è andata via di corsa perchè i dottori gli avevano detto che doveva morire entro un anno e per fortuna, è ancora viva oggi. C'è un senso di dolcezza che perseguita quelli che vogliono restare innamorati anche se nessuno li guarda o forse li guardano tutti ma loro non se ne sono mai accorti.
Perchè pensano ad altro.
A quelle nuvole che passano nei cieli azzurri che anche se fa freddo ti sembra quasi estate e sospiri perchè hai sentito quello che ti ha lasciato il segno e non vuoi mandare via perchè ti piace, è con te, fa parte della tua storia, del tuo modo di avere la tua faccia, le tue mani, la tua ciccia o la tua ossatura sporgente. Non fa niente chi sei e come sei. Tanto stai già pensando ad altro.

Scalza

16 dicembre 2012

Avvoltamente non si scrive mai

Hatcher terY


E' in-credibile nel senso che nella credibilità puoi anche entrare, forse per quell'atteggiamento in-credulo che è un po' tremulo e un po' ostico. L'importante che poi rientri nell'in e te freghi del DE.
Il de mi spaventa sia quando è nei cognomi che nelle parole. Deformati ad esempio fa paura, Demoralizzati mi rattrista, Depositati è noiosissimo, Destrutturati non si sta in piedi.
Preferisco l'IN anche nei cognomi.

Perchè ci sono quelle persone, come ad esempio L., che ti dicono le cose in quel modo che poi resti a pensarci un po'. Perchè nell'in-pulso ti sono piaciute che sembravano un complimento ma a pensarci bene ti stavano un po' sgridando.

Forse era quello di cui avevo bisogno, perchè anche se sono adulta non sono mica ancora cresciuta abbastanza. Qualcosa che mi manca ce l'avrò sempre e spero quindi di avere sempre qualcuno vicino che mi dice le cose che mi servono per non in-dulgere nella dulgenza perchè piuttostamente me ne vado via.
La sera verso le 23.00 passa sempre capitan Harlock con la sua astronave. Un pasaggio è sicuro che me lo dà: lo conosco da quando sono piccola.

Scalza Sempre

10 dicembre 2012

Nessuna contraffazione visibile (il resto non lo so)




Se vuoi puoi restare in una dimensione che esiste dove sarai normale e tutto intorno sarà esattamente come te lo ricordavi. Che puoi mangiare una fetta di pane e marmellata fatta da tua zia, quella che non si è sposata, mentre ascolti una canzone che esce da un tubo catodico non convenzionale. Poi arriva tuo fratello e ti cambia la musica ma non fa niente. Anche quella la riconosci.
Il pane e marmellata vedrai che basterà, a farti capire che sei ancora qui, nella derivata dell'esistenza. Se applichi un semplice calcolo differenziale puoi RE-suscitare quello che vuoi: amore, interesse, convincimento, allegria.. Devi solo studiare qualche regola o al massimo prendi un bel galaxy. Funziona uguale.

Scalza

4 dicembre 2012

Telling and Go



E' bello quando qualcuno ti ammira, ti stima, pensa che sei un "capo" a fare le cose.

Quando ero piccola c'era L che sapeva saltare meglio di tutti quindi lo mandavamo a rubare le fragole nell'orto di P che se c'era da scappare noi altri non/capi non ce l'avremmo fatta.
Ma i capi sono quelli riconosciuti dagli altri e non da se stessi. Poi ci sono i modesti che dicono "ma va, dai..." e hanno bisogno di un po' di incoraggiamento ma alla fine vanno a rubare le fragole per te.
Gli insicuri sono la classe peggiore perchè vanno a prendere le fragole e sono bravi ma il merito se lo prende quello che l'ha capito. Che eri insicuro insicuro e bravo.

Quando ero piccola sapevo raccontare bene le storie e quindi se c'era da balleggiare R mi diceva "fai tu" ma poi, se andava tutto bene,  si spacciava per il balleggiatore ed in fondo va bene così che a me di balleggiare non mi è mai piaciuto, in realtà. Era solo l'esercizio di quella immaginativa creatività che ancora oggi mi disperde in mille e più correnti direzionali. Per terminare di balleggiare ho iniziato a scrivere e ho scoperto il mondo della premiazione come riconoscimento socio-esistenziale che se non fai attenzione diventa anche motivazionale. Io preferisco che la motivazione sia extra-premiazione.

Ma loro ti premiano perchè sai scrivere. Ma chi ti premia lo sa davvero che lo sai fare? Allora bisognerebbe premiare tutti per qualcosa. Ma no, si premiano solo alcuni e per qualcosa. Non è molto giusto. La premiazione non è un buon modo per fare "capi". I capi sono quelli ammirati e stimati perchè sai fare bene una cosa. E' una cosa bella. Ma c'è un particolare che bisogna aggiungere:
il rispetto per il tempo che metto a fare le cose che faccio e che lascio qui gratis per tutti. Che non vuol dire che voglio dei grazie ma riconoscimento del mio lavoro. Tutto qui. Grazie.

Scalza

Il caffè è omaggio





Ma il resto lo paghi per intero.

Ci sono quelle cose che mi appaiono sempre più nettamente come distorsioni atte a completizzare un quadro statico anzichè dinamico ma, visto che la staticità mi ricorda quella polvere che anche se la sposti poi si riattacca, mi viene il nervoso. Come quando ero piccola e si staccavano le figurine del mio album di annaDaicapelliRossi che è l'unica raccolta che ho completato, perchè è anche l'unica che ho fatto. Le raccolte comportano dei rischi perchè è probabile che incontrerai dei doppioni e se non c'è nessuno che te li scambia, ti restano sul groppone.
Fino a quando decidi che è arrivato il tempo di buttare tutto via.

E quello che vuoi di nuovo lo paghi singolarmente per intero.

Scalza

3 dicembre 2012

Se vuoi una bicicletta e non sai pedalare vendiLa su ebay



Sono diventata talmente schietta che qualcuno schiatta nel senso che inchiatta sulla schiappa e poi schiocca sulla steppa. Alla fine la steppa strizza la schiappa e scappa lo schiocco  *che ringrazia ma*fa da sè. Chi fa da se fa per tre quindi tocca proprio a te.

Buonanotte.

Scalza