24 aprile 2013

Tante Angurie



Nella vita ci va quel pizzico di non so che a volte è fascino, a volte mistero. Spesso sono entrambi la stessa cosa o si confondono tra di loro in quell'ambiguità che vale il gioco ma mai la candela.
Tuttavia, per un dovere di cronaca e di precisione, oggi direi che per mantenere una buona vitalità ci va molto equilibrio.
Chiaro, semplice, pulito, acrobatico, elegante, mai rassegnato, sempre preciso.
Il segreto è allenarsi, tanto, tantissimo ANZI parecchio.

Scalza

19 aprile 2013

Se sei abbonato lo sai


A volte mi prendo una piccola vittoria sul tempo. Spesso è il tempo che vince su di me, con quei ritardi che accumulo quando prometto che torno prima a casa e invece sono ancora qui, quando dico che sono già partita e invece non ho neppure rintracciato le chiavi dell'auto, quando assicuro che sono all'ultimo semaforo mentre esco dal parcheggio.

Scalza

17 aprile 2013

Lunch box



Non è importante, ma oggi mi sento come quelle frittate cotte solo da un lato, perchè il gas a volte va via. Una volta si finivano le bombole e stavi ad aspettare il ricambio. Oggi ci sono i piani ad induzione che ti evitano il ricambio ma se per caso sei isolato, devi trovare il modo di accenderti come un selvaggio. Io una volta ci ho provato con due pietre durissime che però non erano focaie e quindi più che scintille servivano solo a spaccare le robe. Poi ci ho rinunciato. Non bisognerebbe mai rinunciare ma a volte è più facile soprattutto se trovi il modo di scroccare un pranzo gratis. Paperon de Paperoni mi capirebbe un sacco.

Scalza

16 aprile 2013

J'attende



Certi fiori fanno fatica ad aprirsi quando il tempo non è giusto e forse anche il mio cuore è cosi. Troppe resistenze, incomprensioni e cose che sono andate in un modo che troppo facilmente mobilita risentimenti.
Resto a guardarli tutti e li lascio andare via. Lontano da me.
Tuttavia il tempo è una variabile che non s'immedesima negli stati d'animo ma spesso li trascina oltre misura in una versione dei fatti che poi, nella distanza, ti sembra più accessibile. Perchè sei diversamente formulato nello spazio che occupi quando parli, mangi, cammini e guardi quei petali rosa che cadono sulle strade bagnate a causa di un colpo di vento. Tutti li pestano senza capire la bellezza che hanno. Senza accorgersi, incuranti, della loro meravigliosa fragilità.

Scalza

13 aprile 2013

Sonno che ambula, dove va?


Aspetto una condizione che non sia condizionante anche se è circostante alla mie vicissitudini e non potrei, diversamente, agire senza conseguenza. Ma è quella conseguenza che può arrestare il flusso di emergenza con cui vorrei frenare la musica, il passo affrettato, la riflessione ripetuta per emergere nella sintetizzazione dei concetti e dilungarmi maggiormente nell'espressione dei miei sentimenti. Eliminando definitivamente la condizionale sull'esternare quello che sento quando cado, mi rialzo e volo. Verso la lunatica appartenenza alla volubile variazione dei volumi di sostanza pratica che favoriscono la perdita di socialità acquisite per errore di forma, ma nella consapevole ignoranza che da qualche parte esiste chi comprende i linguaggi artefatti per l'ardua sentenza che infiamma senza sfuggire.

Scalza

12 aprile 2013

Quando le stelle non parlano più


 


Che ne sapevo dell'umanità quando sono arrivata qui che anche adesso che ci sono, che ne so. Quante cose ho imparato, ascoltato, detto e insegnato. Per quel dovere di cronaca che si ripercuote in un desiderio di esserci un po' di più, soprattutto quando ti sembra che le notti non siano più le stesse perchè non vedi più quelle stelle che erano così belle dietro i vetri di una finestra di una casa piccola. Ma che odorava di buono, come certi abbracci, certi sogni che si fanno anche ad occhi aperti, quando tutto intorno si muove senza di te. Tu sei fermo a guardare il via vai, quelli che tornano e quelli che se ne vanno via. Dicendo cose che si capisce da sè, hanno il valore di momenti che poi s'infrangono e sparpagliano quel che resta dell'identità.
Che ne sapevo dell'umanità quando ho detto, fatto e pensato. Se l'avessi saputo, forse sarei rimasta a raccontare le mie storie in angoli di dimensioni che fragili restano appese al mondo come la rugiada su un filo d'erba che vorrebbe restare sempre così. In quel legame fatto di equilibri instabili come quelli che vivono in me.

Scalza sempre

4 aprile 2013

Mercy Bocù


Ci sono cose che non so ma forse il mio cuore le sa. Le sa già da tanto di quel tempo che forse non ero neppure io quella che sono ma era qualcun altro.
A volte siamo disposti a fare "chissà che" per realizzare che era meglio non fare praticamente niente. Niente e tutto sono la stessa cosa, visti da due angoli opposti dello stesso ring.
Meglio restare in mezzo a prendere e dare cazzotti, agli angoli ci stanno le sputacchiere.
Bisogna sfruttare l'illuminazione di quei rari momenti dove la crudeltà delle verità ti si pongono davanti come fanno quei bambini antipaticissimi che hanno il coraggio di dirti cose terribili che poi dimentichi perchè, fondamentalmente, era l'espressione che contava, non le parole.
L'espressione ti fa capire quando è arrivato il momento di scivolare nei recuperi di bozze salvate tre anni fa, di files persi nei cestini mai svuotati, di regali che forse ti hanno fatto ma non ricordi quando, dove e perchè non li hai aperti. Tutto serve, niente serve. Alla fine è sempre meglio il "qualcosa". Riconsideriamo i qualcosa per favore.

Mercy Bocù

Scalza Sempre