12 aprile 2013

Quando le stelle non parlano più


 


Che ne sapevo dell'umanità quando sono arrivata qui che anche adesso che ci sono, che ne so. Quante cose ho imparato, ascoltato, detto e insegnato. Per quel dovere di cronaca che si ripercuote in un desiderio di esserci un po' di più, soprattutto quando ti sembra che le notti non siano più le stesse perchè non vedi più quelle stelle che erano così belle dietro i vetri di una finestra di una casa piccola. Ma che odorava di buono, come certi abbracci, certi sogni che si fanno anche ad occhi aperti, quando tutto intorno si muove senza di te. Tu sei fermo a guardare il via vai, quelli che tornano e quelli che se ne vanno via. Dicendo cose che si capisce da sè, hanno il valore di momenti che poi s'infrangono e sparpagliano quel che resta dell'identità.
Che ne sapevo dell'umanità quando ho detto, fatto e pensato. Se l'avessi saputo, forse sarei rimasta a raccontare le mie storie in angoli di dimensioni che fragili restano appese al mondo come la rugiada su un filo d'erba che vorrebbe restare sempre così. In quel legame fatto di equilibri instabili come quelli che vivono in me.

Scalza sempre

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